
Quale latte nel divezzamento
Il latte materno è l’alimento migliore per il lattante e si raccomanda la prosecuzione dell’allattamento al senodurante il periodo di introduzione dell’alimentazione complementare.
Qualora la madre non potesse allattare o non avesse sufficienti quantità di latte, su parere del Pediatra, vanno utilizzate formule di proseguimento al fine di garantire un’adeguata assunzione di nutrienti al lattante.
La scelta del latte formulatodeve basarsi sulle specifiche necessità del bambino; è quindi sempre bene che venga suggerita dal proprio Pediatra.
Uno dei parametri da tenere in considerazione è la quantità di proteine contenuta nella formula. Il bambino di 7 mesi allattato al seno assume 13 g/die di proteine, pari al 7,5% dell’energia totale e pertanto all’interno dell’intervallo di sicurezza (apporti proteici inferiori al 15% dell’energia sono raccomandati nei primi due anni di vita; LARN 2014). In caso di mancanza di latte materno, nel lattante con formula la scelta potrebbe orientarsi su una formula a minor apporto proteico che consente di rientrare nei limiti di assunzione proteica consigliati.
Evitare di introdurre il latte vaccino. Si raccomanda l’introduzione del latte vaccino non prima dei 12 mesi di vita. I principali motivi che suggeriscono una ritardata introduzione di latte vaccino sono il suo l’elevato apporto di proteine e la scarsa biodisponibilità del ferro in esso contenuto (Fewrell et al., 2017). Inoltre, alcuni dati suggeriscono che la precoce introduzione di latte vaccino può provocare microscopici sanguinamenti intestinali (38% a 6, 29% a 9 mesi, 7% a 12 mesi) (Ziegler 2011).