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L’obesità in gravidanza

Nel 2013 l’Associazione Medica Americana ha votato affinché l’obesità fosse riconosciuta come una malattia. Che si tratti di una condizione che porti a malattia o che sia una malattia di per sé, il consenso è unanime: l’obesità è una pandemia che deve essere trattata e, cosa ancora più importante, prevenuta, specialmente nei bambini, a causa delle patologie ad essa associate, della mortalità da essa causata, e dei relativi costi.

Ma come si definisce l’obesità? Il modo più semplice è calcolare l’indice di massa corporea (Body Mass Index,BMI) dividendo il peso dell’individuo in chilogrammi per la sua altezza in metri al quadrato.

Esempio: se si è alti 1,50 metri e si pesa 65 chili, il BMI si calcola dividendo 65 per 1,502 , da cui risulta un valore di 28,9.

Un BMI maggiore di 30 indica obesità, tra 25 e 29,9 sovrappeso, tra 18,5 e 24,9 normopeso, mentre al di sotto di 18,5 si è sottopeso.

Esistono anche diversi livelli di gravità nell’obesità:

  • il grado 1 va da 30 a 34,9,
  • il grado 2 da 35 a fino a 40,
  • il grado 3 si ha quando il BMI è superiore a 40.

Il problema principale del BMI è che non è in grado di differenziare chi è affetto da un’adiposità pericolosa, ovvero il grasso viscerale che si accumula prevalentemente a livello del girovita, da coloro che hanno un elevato BMI a causa di un’importante massa muscolare.

Pertanto, in aggiunta al BMI è utile calcolare il rapporto “vita/fianchi”,che si ottiene misurando il girovita nel punto più stretto e dividendolo per il giro fianchi nel punto più largo. Il valore tranquillizzante per le donne è quello inferiore a 0,80 (0,95 per gli uomini), mentre valori femminili tra 0,81 e 0,85 sono associati a rischi per la salute (0,96-1 per l’uomo) e valori superiori a 0,85 sono decisamente pericolosi per la salute (maggiore di 1 nell’uomo).

 

ALCUNI DATI SULL’OBESITA’ E LE SUE CAUSE

L’obesità sta aumentando nel mondo: nel 2013 negli USA si stimavano 90  milioni di obesi (su 315 milioni di abitanti: il 28,6 per cento!). Di questi, 12 milioni erano bambini. L’incidenza è inoltre maggiore nelle donne che negli uomini, sia a causa delle ridotte dimensioni corporee, in relazione alle porzioni di cibo, sia anche per l’eccessivo aumento di peso, e relativo scarso smaltimento, in ogni gravidanza.

In Italia, i dati di www.worldobesity.org, ci forniscono, per il quinquennio 2008-2012, numeri molto simili per donne e uomini: 24.9% e 24.5% di obesi rispettivamente. Le proiezioni tuttavia non sono roseee, basandosi sui dati attuali, è possibile ipotizzare che nel 2030 circa il 40% della popolazione mondiale sarà sovrappeso e una persona su 5 risulterà obesa.Secondo l’ultima indagine condotta nel 2016 da Okkio alla Salute (il sistema di sorveglianza nazionale dedicato a raccogliere informazioni sugli stili di vita dei bambini della scuola primaria), emerge che il 21,3% dei bambini partecipanti è in sovrappeso mentre il 9,3% risulta obeso.

Recentemente, negli Stati Uniti, vi è stata una stabilizzazione dell’obesità infantile determinato in parte da modificazioni delle diete scolastiche (meno bibite dolci e più cibo sano) e in parte dall’aumento dell’attività fisica. Sfortunatamente però, i vantaggi acquisiti nel periodo scolastico vengono persi durante le vacanze, a dimostrazione del fatto che queste misure salutistiche dovrebbero essere attuate durante tutto l’anno, e che molto lavoro è ancora da compiere nell’educazione della popolazione in generale. Che ridurre l’obesità infantile sia prioritario è ovvio: avere meno bambini/ragazzi obesi oggi significa contare meno adulti obesi domani.

Quali siano le cause di questa pandemia, bene o male, lo sappiamo. Una delle principali se non la principale, è l’industrializzazione dei cibi, che ha portato alla produzione e alla diffusione di alimenti confezionati di origine industriale e di basso costo. Pesano anche fattori culturali(in alcuni Paesi “grasso è bello”) e sociali, ed elementi comportamentali, genetici ed ambientali.

Tuttavia, una domanda è doverosa: come si è arrivati a questa situazione? La prevalenzadell’obesità è andata incrementandosi dagli anni Ottanta, contemporaneamente alle modificazioni ambientali che hanno visto aumentare il numero di automobili, ascensori, scale mobili, che hanno ridotto il bisogno di muoversi, mentre si sono diffusi in misura crescente svaghi “sedentari”, come TV e videogiochi. Su questi cambiamenti si è sovrapposta la diffusione di alimenti di scarso valore nutritivo e a basso costo, ricchi di zucchero e grassi saturi, proposti da ristoranti economici con porzioni gigantesche di cibi e bevande.

 

LE CONSEGUENZE DELL’OBESITA’

Ma quali sono le conseguenze dell’obesità sulla salute e perché dobbiamo seriamente preoccuparcene? Innanzitutto, l’obesità è tra i principali fattori di rischio delle patologie cosiddette “non comunicabili”, ovvero quelle malattie non infettive né trasmissibili che includono principalmente le malattie cardiovascolari, il diabete mellito, la patologia ostruttiva polmonare cronica e i tumori.

Si tratta delle malattie che l’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia come la principale causa di morte nel mondo occidentale: circa 36 milioni di morti all’anno, il 25% dei quali sotto i 60 anni.

In tema di tumori, il sovrappeso e l’obesità aumentano il rischio, tra gli altri, di tumore del colon, del retto, della mammella, dell’endometrio, dell’esofago, del pancreas, del rene e della colecisti. L’American Cancer Societystima che il peso eccessivo contribuisca significativamente fino ad una su cinque fra le morti dovute a tumore. Ma non solo: l’eccesso di peso influisce negativamente aumentando la progressione del tumore, la resistenza ai farmaci ed il rischio di recidiva. Per contro, la riduzione del peso ha dimostrato sia di far calare il rischio di incorrere in un tumore, sia di migliorare gli esiti tanto del tumore della mammella quanto di quello dell’endometrio.

Nella donna, in particolare, l’obesità ha vari effetti negativi. Per quanto riguarda la riproduzione, le donne obese presentano un rischio doppio di cicli irregolari,rispetto alle normopeso. Questo dipende in parte da effetti diretti sull’asse ormonale che regola la funzione riproduttiva, in parte da un’alterazione del metabolismo degli ormoni sessuali indotto dal tessuto adiposo. Queste, insieme ad altre modificazioni metaboliche frequenti nelle donne obese, come ad esempio la resistenza all’insulina, determinano un’eccessiva produzione di androgeni, che a sua volta interferisce con il buon funzionamento dell’asse ormonale.Il risultato è una maggiore difficoltà al concepimento (anche negli uomini). Un aumento del rapporto “vita/fianchi” di 0,1 riduce del 30% la probabilità di concepimento per ogni ciclo mestruale.

 

SOVRAPPESO/OBESITA’ E GRAVIDANZA

E veniamo alla gravidanza. Sovrappeso e obesità si associano ad un certo numero di complicazioni della gestazione,come ipertensione/preeclampsia, diabete, trombosi venosa profonda, aborto e morte endouterina del feto, anomalie congenite fetali, macrosomia, e anomalie del travaglio e del parto come la distocia di spalla, situazione nella quale, una volta fuoriuscita  la testa, si verifica una difficoltà all’espulsione del rimanente corpo fetale, o il parto operativo, cioè con l’ausilio di ventosa ostetrica. In particolare, sarebbe bene che le donne obese, durante i nove mesi dell’attesa, ricevessero sempre una consulenza nutrizionale e le indicazioni per una dieta ipocalorica, allo scopo di contenere l’aumento di peso entro i 5-9 chili raccomandati. Quando si aspetta un bambino, l’eccessivo aumento di peso, specie in una mamma obesa e/o diabetica, può determinare obesità nel bambino, con un effetto intergenerazionale che certamente contribuirà, se non corretto, ad incrementare la pandemia di obesità. Le donne obese, inoltre, dovrebbero ricevere la prescrizione di un’adeguata supplementazione di acido folico (con 5 milligrammi al giorno rispetto ai 400 microgrammi raccomandati alle normopeso), e di vitamina D, di cui è dimostrato siano carenti. Inoltre, sarebbe bene che praticassero esercizio fisico aerobico per tutta la durata della gravidanza (ma anche successivamente…). Il rischio di una gravidanza complicata aumenta ancor di più quando la donna, oltre che obesa, è anche diabetica. La “diabesità” è una nuova patologia con la quale bisognerà presto imparare a fare i conti. Inoltre, le donne obese hanno un rischio circa tre volte maggiore delle normopeso di avere un bambino con spina bifida o con onfalocele, ed un rischio all’incirca doppio di dare alla luce un bambino con malformazioni cardiache. Questo dipende sia dalla difficoltà di visualizzazione durante l’ecografia, dovuta all’eccessivo adipe, sia dall’assunzione inadeguata di acido folico.

 

ALCUNI CONSIGLI PRATICI

Quindi, che cosa fare se si è sovrappeso o francamente obesi? Ecco alcuni consigli pratici. In primo luogo, dormire 7-8 ore per notte: questa abitudine aiuta a controllare gli ormoni che regolano l’appetito. Poi, praticare mezz’ora di esercizio fisico moderato al giorno(camminata veloce, bicicletta). Due volte alla settimana, praticare 30 minuti di “esercizio di resistenza”, che fortifica la muscolatura diminuendo la resistenza all’insulina. Occorre cogliere ogni occasione per muoversi: stare in piedi invece che seduti, fare le scale invece che prendere l’ascensore, parcheggiare lontano dalla meta, andare a parlare con i colleghi invece che inviare loro email o messaggi.  Un altro suggerimento è quello di evitare l’assunzione eccessiva di cibi ipercaloricicome dolci, fritti e grassi, preferendo alimenti nutrienti e ipocalorici, come frutta, verdura, pesce. Al ristorante, ridurre le porzioni, magari dividendo con i commensali; mangiare lentamente così da sentirsi “pieni”: smettere di mangiare quando si è quasi sazi evita di mangiare troppo; evitare le situazioni “all you can eat”scegliendo solo i cibi che sembrano invitanti; rinunciare, per quanto possibile, alle bevande alcoliche.E ancora, fare sempre una sana colazione: bere solo il caffè al mattino aumenta il rischio di obesità di quattro volte.

Non bisogna quindi essere indulgenti con se stessi: anche solo 10 calorie in più del necessario al giorno fanno 3.650 calorie in più all’anno, ovvero un aumento di mezzo chilo che, anno dopo anno…