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I primi mille giorni di vita: quando la nutrizione è prevenzione

Da sempre, una delle prime e principali preoccupazioni di un genitore è l’alimentazione del proprio figlio. Cosa mangia, quali cibi sono più sani e giusti per lui, quando far assaggiare nuovi gusti. Spesso però non si pensa che è anche una questione di tempo: iniziare ad occuparsene quando il bambino è già cresciuto non è la condizione ideale.

Bisogna “giocare d’anticipo” e pensare nel lungo periodo: le scelte fatte dalla mamma ancora prima che il bambino venga al mondo dettano il suo cammino nutrizionale.

È ormai noto, infatti, che i diversi nutrienti non sono solo fondamentali per garantire la crescita dell’individuo, ma hanno un ruolo funzionale, ossia possono contribuire positivamente al benessere della persona: nutrirsi e nutrire in modo adeguato vuol dire porre le basi per prevenire la malattia o, in alcuni casi, modularne l’andamento. I nutrienti agiscono anche sui geni modulandoli con un conseguente effetto sulla salute futura dell’individuo.

Uno stile alimentare corretto in termini di qualità e di quantità consente di prevenire patologie ad oggi sempre più comuni (responsabili di 38 milioni di decessi all’anno) come le “non-communicable diseases (NCDs) (malattie non trasmissibili)”: queste patologie, secondo il WHO (World Health Organization), comprendono malattie cardiovascolari (come infarto del miocardio, ictus), cancro, malattie respiratorie croniche (come asma e malattie polmonari ostruttive) e diabete.

La nutrizione nelle prime età della vita, quindi, condiziona non solo la crescita corporea del bambino, ma anche il suo sviluppo e le future capacità intellettuali. Inoltre, sempre più studi sottolineano come i nutrienti abbiano un ruolo di primo piano anche nella maturazione del sistema immunitario e nella composizione del microbiota intestinale, oggigiorno considerato un vero e proprio organo metabolicamente e immunologicamente attivo.

Proprio per questo, una particolare attenzione deve essere posta alla nutrizione nelle primissime fasi della vita.

Anche il Ministero della salute (Dipartimento Prevenzione) di recente ha sottolineato che: “le evidenze scientifiche disponibili confermano che i primi 1000 giorni di vita sono fondamentali per un adeguato sviluppo fisico e psichico e molti interventi preventivi e/o curativi realizzati con tempestività in questa primissima finestra temporale portano a risultati di salute positivi a breve, medio e lungo termine per il singolo individuo e per la collettività”.

L’osservazione più interessante è che i “1000 giorni” critici comprendono non solo i primi 24 mesi di vita del bambino, ma anche il periodo del concepimento e quello della gravidanza.

L’attenzione, quindi, deve essere focalizzata sia sull’alimentazione materna, che sull’alimentazione del bambino. E questo ci deve portare ad un cambio di mentalità: la mamma può iniziare a prendersi cura dello stile di vita e dell’alimentazione sua e di suo figlio ancora prima della sua nascita. La prima infanzia rappresenta quindi una finestra di massima vulnerabilità ma anche di grande opportunità per lo sviluppo del bambino. In questo periodo, infatti, l’organismo e, in particolar modo, il SNC (sistema nervoso centrale) , sono plastici e pertanto suscettibili di possibili modifiche epigenetiche che sono in grado di modificare il rischio di malattia a lungo termine. È oramai noto che le patologie del nostro secolo, ossia le NCDs (malattie non trasmissibili), hanno, nell’alimentazione e nello stile di vita, il primum movens: è infatti stato dimostrato che sia la causa principale e al contempo il fattore più “facile” su cui intervenire.

Educare ad un corretto stile di vita e ad un’alimentazione equilibrata sin dalle primissime epoche della vita vuol dire gettare le basi per la salute futura. Ricordare che il bambino non è mai un piccolo adulto e che, a maggior ragione, non lo è nei primi anni di vita, è cruciale: scegliere la qualità e non solo la quantità degli alimenti e responsabilizzare il genitore, e più in generale le persone che interagiscono col bambino e hanno influenza su di lui, deve essere un obiettivo fondamentale della società moderna.