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Divezzamento, svezzamento o alimentazione complementare?

Nonostante i termini divezzamento e svezzamento siano tuttora molto utilizzati, essi  non definiscono in modo corretto il momento del passaggio dall’alimentazione esclusivamente lattea all’introduzione dei cibi diversi dal latte: di fatto non si tratta di togliere tout-court “il vizio” del latte.

Per questa importante tappa dello sviluppo alimentare del bambino oggi si utilizza in modo più appropriato la definizione di Alimentazione Complementare o Complementary feeding.

Si intende dunque il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea ad un’alimentazione semi-solida e poi solida, caratterizzata dalla progressiva introduzione dei cosiddetti “alimenti complementari”, cioè alimenti diversi dal latte e dai suoi sostituti che vengono introdotti per complementare e non sostituire il latte materno.

L’introduzione dei “complementary foods” è una fase cruciale nella storia nutrizionale del bambino: rappresenta, infatti, il periodo di transizione da una alimentazione esclusivamente lattea ad una dieta contenente altri alimenti, diversi dal latte. Si tratta di un momento molto delicato della crescita, nel quale si passa da un’alimentazione “dipendente” ad una “indipendente”.

Progressivamente il latte materno da solo diventa insufficiente a soddisfare le richieste fisiologiche di macro e micronutrienti del bambino in crescita, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di energia e di proteine, l’apporto di ferro, zinco e di alcune vitamine liposolubili come la vitamina A e la vitamina D.

Non esiste un’epoca precisa e uguale per tutti i lattanti, in cui iniziare l’alimentazione complementare: il timing corretto per l’introduzione dei primi cibi diversi dal latte dipende da numerose variabili individuali, tra cui, soprattutto, le esigenze nutrizionali, la crescita, lo sviluppo neurofisiologico e anatomo-funzionale e il contesto socioculturale.

La scelta, quindi, del momento in cui iniziare l’alimentazione complementare dipende non solo dalle diverse esigenze nutrizionali del lattante ma anche dalla “maturità neurologica” del lattante stesso e anche del suo interesse verso alimenti differenti dal latte.

Sulla base delle attuali conoscenze, in linea generale, è desiderabile attendere l’età di 6 mesi per introdurre alimenti differenti dal latte materno, raccomandando l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita. Importante comunque non introdurre alimenti complementari prima dei 4 mesi compiuti.