Un’alimentazione senza glutine è più sana per tutti i bambini
Se gli alimenti senza glutine sono una scelta obbligata per chi soffre di celiachia o allergia al grano, per le persone con un intestino sano non vi è alcun vantaggio in termini di benessere, né tanto meno di salute, da una simile scelta. E questo vale per gli adulti e ancora di più per i bambini, il cui organismo in crescita si trova in una fase particolarmente delicata.
Se si vuole, nell’ambito di una dieta varia, equilibrata e adatta al bambino, si possono sicuramente proporre cereali che sono naturalmente privi di glutine (come riso, mais, sorgo, grano saraceno) alternandoli a quelli che lo contengono.
Questi cereali possono anche essere scelti durante il divezzamento nel primo anno di vita sotto forma di farine poiché in questo periodo nutrizionale l’apporto di fibra va introdotto gradualmente per evitare interferenza con l’assorbimento dei micronutrienti presenti nel latte materno.
Il glutine è una proteina presente in molti cereali che ha la funzione di rendere gli alimenti più palatabili aumentandone elasticità e sofficità e, come tutte le proteine, ha un forte potere saziante.
Per un celiaco, la dieta priva di glutine è fondamentale per evitare di sviluppare gravi carenze nutrizionali dovute al malassorbimento intestinale e deve esser seguita per tutta la vita.
Il glutine si trova in frumento, orzo, farro, segale kamut e avena (molto spesso contaminata anche se idealmente idonea all’alimentazione del celiaco) e in tutti gli alimenti che derivano dalla lavorazione di questi cereali. I cereali naturalmente privi di glutine sono invece il riso, mais, miglio, grano saraceno, sorgo, oltre agli pseudo cereali amaranto e quinoa.
In commercio inoltre esiste una vasta disponibilità di prodotti senza glutine, prodotti che, dal punto di vista nutrizionale, in genere, contengono più grassi (in particolare saturi) e sale e meno vitamine e minerali rispetto ai loro equivalenti con glutine.
Per quanto riguarda il loro indice glicemico* (ossia l’entità di aumento dello zucchero nel sangue dopo il loro consumo) le nuove metodologie tecnologiche e l’aumento di fibra in questi prodotti hanno migliorato questo aspetto nutrizionale che tuttavia necessita ancora attenzione.
Quindi credere che una dieta priva di glutine sia più salutare per tutti è un errore che rischia di banalizzare la malattia celiaca, che colpisce circa l’1% della popolazione. Per queste persone l’esclusione del glutine non è una scelta ma un vero e proprio salvavita, mentre rappresenta un’inutile se non controproducente limitazione alla vita del soggetto sano e alla sua scelta e varietà alimentare.
Se a ciò si aggiunge che gli alimenti senza glutine industriali hanno costi significativamente più alti rispetto a quelli con glutine, va da sé che seguire una dieta a base di cibi senza glutine senza che ce ne sia un effettivo bisogno è una scelta completamente priva di senso. Una dieta immotivatamente priva di glutine va quindi evitata perché non associata a vantaggi in termini di salute, ma anzi a qualche rischio di nutrizionale.
*Si ricorda che se gli alimenti hanno un alto indice glicemico vuol dire che è elevato l’aumento dello zucchero nel sangue dopo il loro consumo, con una conseguente minor durata della sensazione di sazietà. Se una dieta è costituita da troppi alimenti ad elevato indice glicemico la qualità della dieta può risultare non buona.
Fonti