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L’acqua, una risorsa importantissima

Ormai tutti sappiamo che l’acqua si differenzia considerevolmente per le sue caratteristiche chimico-fisiche. E poiché è una risorsa importantissima per il nostro organismo, è nostro dovere sceglierla con grande oculatezza e adatta alle proprie necessità. Le fonti idriche si possono suddividere in due grandi categorie: le acque minerali e le acque potabili.

 

Come distinguere i vari tipi di acque

 

Acque potabili Acque minerali
Così come definito dal Decreto Legislativo 31/01 sono acque destinate al consumo umano che possono subire o no un trattamento di potabilizzazione. Devono essere microbiologicamente pure e non devono contenere sostanze in quantità tali da rappresentare un pericolo per la salute pubblica: il suddetto decreto fissa quindi i valori limite. L’acqua potabile viene utilizzata così come viene erogata dall’acquedotto, con le caratteristiche del comune di appartenenza. A differenza dalle acque potabili ordinarie le acque minerali naturali si differenziano per il loro grado di purezza e per i livelli di minerali e oligoelementi o altri costituenti. L’unica aggiunta ammessa è quella dell’anidride carbonica per le acque gasate.

Il Decreto del Ministero della Salute del 10 febbraio 2015 stabilisce i criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali che si suddividono in sottogruppi differenti in base ad alcune caratteristiche chimico-fisiche e in base al residuo fisso, ovvero al contenuto di sostanze inorganiche (minerali) che rimane dopo l’evaporazione e poi l’essiccazione alla temperatura di 180°C.

Si suddividono in:

  • acque minimamente mineralizzate quelle il cui residuo fisso è inferiore a 50 mg/l
  • acque oligominerali, quelle il cui residuo fisso è tra 50 e 500 mg/l
  • acque minerali, propriamente dette, il cui residuo fisso è fra 500 e 1.500 mg/l;
  • acque ricche di sali minerali, quelle il cui residuo fisso è superiore a 1.500 mg/l.
    (Decreto Legislativo numero 105 del 25 gennaio 1992)

Esistono poi altre categorie, sempre previste dal decreto, legate alla concentrazione di specifici sali minerali:

  • contenente bicarbonato, se il bicarbonato è superiore a 600 mg/l;
  • solfata, se i solfati sono superiori a 200 mg/l;
  • clorurata, se il cloruro è superiore a 200 mg/l;
  • calcica, se il calcio è superiore a 150 mg/l;
  • magnesiaca, se il magnesio è superiore a 50 mg/l;
  • fluorata, se il fluoro è superiore a 1 mg/l;
  • ferruginosa, se il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;
  • acidula, se l’anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;
  • sodica, se il sodio è superiore a 200 mg/l;
  • indicata per le diete povere di sodio, se il sodio è inferiore a 20 mg/l;

 

 

Ma come possiamo districarci nella scelta delle acque più adatte per i bambini?

In caso di uso di acqua potabile non dovremo scegliere niente, perché la utilizzeremo così come viene erogata dal nostro acquedotto, con le caratteristiche del comune di appartenenza. In questo caso però dobbiamo porre attenzione a questo fattore: l’acqua dell’acquedotto è potabile fino al contatore, il comune non è responsabile di ciò che avviene dopo il passaggio nelle nostre tubazioni o nei nostri depositi di accumulo. E’ consigliabile pertanto periodicamente un’analisi batteriologica e chimico-fisica per verificare la sua potabilità prelevando un campione presso la nostra abitazione e portandolo in laboratorio accreditato.

La scelta più attenta riguarderà invece le acque minerali: non esistono acque migliori o peggiori, ma acque diverse e nostro dovere è quello di leggere attentamente l’etichetta per scegliere quella che si adatta meglio alle nostre necessità. Ad esempio per la diluizione delle formule latte in polvere utilizzare acque minimamente mineralizzate  o oligominerali;  le acque minerali possono essere assunte invece nella giornata come fonte di idratazione, soprattutto se in corso di episodio febbrile o gastroenterite; l’acqua calcica risulta  protettiva per le ossa e per i denti e può essere indicata nei bambini per aumentare l’assunzione di calcio soprattutto se sono seguiti regimi alimentari particolari, privi o a ridotto apporto di latte e derivati (per scelta o per patologia, es allergia alle proteine del latte); l’acqua fluorata può essere utile a prevenire le carie nei denti dei bambini.

 

Acqua e gravidanza

L’acqua rappresenta il 55%-65% del peso corporeo e dev’essere introdotta dall’esterno perché l’organismo non è in grado di produrla in modo autonomo. Il fabbisogno di acqua può essere calcolato in base al consumo nutrizionale: in linea di massima per ogni caloria consumata è necessario introdurre 1-1.5 ml di acqua. Quindi in gravidanza il consumo di acqua deve essere aumentato delle 300-400 calorie necessarie in più. Semplificando, bere 8-10 bicchieri di acqua al giorno in gravidanza è sufficiente per soddisfare le necessità dell’organismo. Con l’acqua inoltre, è possibile introdurre nell’organismo anche importanti micronutrienti come calcio e fluoro. Bere adeguate quantità di acqua in gravidanza è utile non solo per soddisfare le esigenze metaboliche di mamma e feto, ma anche per alleviare la stitichezza, tipica della gestazione, e per il mantenimento di un adeguato volume del sangue, essenziale per fronteggiare la perdita ematica del parto. In gravidanza è preferibile bere acqua o spremute naturali, evitando il consumo di bevande zuccherate o energetiche.

Nella donna che allatta la raccomandazione è di bere almeno un bicchiere d’acqua ai pasti e ad ogni poppata. Tenendo però presente che bere tanta acqua non aumenta la quantità di latte prodotta.

Ci sono alcuni accorgimenti che possono essere utili (sia per i grandi sia per i piccini) per bere meglio.

 

Come puoi bere meglio?

Inizia e finisci la tua giornata con un bicchiere d’acqua e bevi durante le pause.
Bevi durante il giorno, prima che tu abbia sete
L’acqua può essere divertente. Per renderla più gustosa, aggiungi succo di limone alla tua acqua, fette di arancia, foglie di menta.
Tieni l’acqua a portata di mano: nella tua cartella, borsa sportiva o borsetta, sul comodino, in cucina, in auto o alla tua scrivania.
Stai bevendo abbastanza acqua? Guarda il colore della tua urina. È un semplice test, se il colore è pallido o di colore paglierino, tu sei ben idratato.

 

Fonte: tradotto da EASO, European Association for the Study of Obesity.